Il riconoscimento sociale, l’approvazione dei coetanei, l’appartenenza ad un gruppo di amici in fase adolescenziale quanto contano? Sono in grado di modificare il modo di essere di un adolescente? Quanto conta per un ragazzo o una ragazza l’accettazione da parte del gruppo dei pari? Quanto oltre sono disposti a spingersi gli adolescenti affinché la popolarità e l’autostima possano regnare sovrane?
Ai giorni d’oggi queste sono le domande che più frequentemente portano ad uno studio sempre più specifico su ragazzi e ragazze ai primi anni dell’adolescenza. Ci si sente grandi , cresciuti e capaci di tutto; a maggior ragione se ad incitare siano i coetanei. Il sentirsi accettato, il bisogno di uscire di casa senza sentirsi diverso, spinge l’adolescente a commettere qualsiasi errore e azione che possa portare a sentirsi “popolare”, “trasgressivo” e “contro le regole”. Le regole genitoriali , sempre più spesso, tendono a rendere il ragazzo oppresso e, più crede di saper cavarsela da solo, più vuole e sente il bisogno di dimostrarlo a sé stesso e al gruppo di amici.
In genere, la paura del giudizio riguarda sia la maggior parte degli aspetti estetici che caratteriali e il più delle volte, in molti adolescenti viene vissuta in maniera così angosciante, traumatica, tanto da non riuscire ad esprimersi liberamente, mascherando la propria personalità, il proprio carattere, le proprie idee e aderendo in molte occasioni a tutte le condizioni che il gruppo, di cui si fa parte, impone.
Il bisogno ossessivo di far parte della leadership e non del gruppo di ragazzi che invece viene emarginato sin dall’infanzia, rende l’adolescente pronto ad iniziare un processo compulsivo senza fine, una gara costante con i propri limiti, sino ad arrivare al punto di tralasciare i propri valori, a dimenticare la propria individualità. L’omologazione e la ricerca di quest’ultima è la prerogativa più grande degli adolescenti di oggi.
Alla base della ricerca costante del giudizio positivo da parte degli altri vi è, quindi, la paura di essere non solo criticati ma anche di essere esclusi dal gruppo dei coetanei. Spesso, infatti, tale paura è connessa ad una scarsa sicurezza e stima di sé, per cui si è spinti da un continuo e forte bisogno di approvazione da parte del contesto in cui si vive.
Non sentirsi all’altezza delle aspettative degli altri fa vivere sensazioni ed emozioni spiacevoli che il più delle volte non si riescono a gestire, come tristezza, rabbia, paura, ansia, angoscia, impotenza. Questa pressione costante e accumulata,nell’adolescente, rischia di prendere il sopravvento, aumentando i livelli di stress e creando forti ansie e somatizzazioni anche, e non solo, a livello corporeo.
Secondo uno studio americano, condotto ‘fotografando’ il cervello di un gruppo di adolescenti (ragazze e ragazzi), in questa fase della vita il parere dei compagni di classe e degli amici è molto forte: in grado di far schizzare l’autostima alle stelle, ma anche di farla precipitare nel baratro. L’idea dei giovanissimi in balia delle opinioni altrui è sostenuta da tempo da medici e psicologi, ma per la prima volta una ricerca, pubblicata su ‘Child Development’, l’ha confermato, guardando direttamente cosa stimola il giudizio dei coetanei.
Usando la risonanza magnetica funzionale, il team dell’Università dell’Oregon, diretto da Jennifer Pfeifer, ha fotografato le reazioni cerebrali di adolescenti e giovani adulti, rispetto ad alcune frasi che indagano sull’autostima e sulla valutazione altri. Nella prima fase gli adolescenti hanno mostrato un’attività più intensa nelle aree legate alla percezione di sé e in quelle coinvolte nelle cognizioni sociali. Dunque, secondo la Pfeifer questo suggerisce che il giudizio dei coetanei influisce pesantemente sull’autostima degli adolescenti. A differenza di quanto accade in ragazzi dai 20 anni in su. Non solo. Sembra che il parere altrui abbia un peso diverso per i giovanissimi, a seconda dei settori esaminati.
Di Summa Giulia